bdsm
La cliente affezionata
di Fantasieinracconti
14.03.2024 |
2.290 |
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"Era una scatola di biscotti antica e mi sarebbe piaciuto averla in mostra in negozio..."
Erano quasi le 19:30, il negozio stava per chiudere quando ricevemmo una telefonata dell’ultimo minuto.
Era Graziella, una nostra cliente affezionata:
“Ciao Paolo, scusa se ti chiamo ora, ma sono scesa in cantina, pensavo di avere ancora un pacco d’acqua invece ho finito tutto, se mi metti fuori un pacco lo passo a prendere” disse, io pensai un attimo e poi le risposi “ciao Graziella, io chiudo il negozio e poi vado a fare una corsetta,passo davanti a casa tua in macchina, mi fermo un attimo e te lo metto davanti a casa. Poi me lo pagherai, non preoccuparti”
Eravamo l’unico negozio nell’arco di 5 km e per Graziella, che era vedova da alcuni anni noi eravamo un punto di riferimento.
“D’accordo, grazie. Posso pagarti in natura?” disse lei.
Eravamo molto in confidenza, perciò io mi misi a ridere e risposi “adesso quando arrivo ti sistemo per le feste”anche lei si mise a ridere.
Graziella aveva compiuto 67 anni da poco, ma a guardarla fisicamente sembrava una ventenne.
Mi misi la tenuta da running e andai a casa di Graziella portando due pacchi d’acqua.
Suonai e lei si affacciò alla finestra per vedere chi fosse.
" dai sali in attimo” mi disse aprendo la porta.
Salii le scale ed entrai.
Come al solito la sua casa profumava ed era tirata a lucido.
Lasciai il primo pacco in casa e portai il secondo in cantina come faccio di solito, muovendomi come se fosse casa mia.
Lei mi parlava stando in cucina.
Appoggiai l’acqua dove la metto di solito, poi fui attratto da una scatola in lamiera che non avevo mai visto. Era una scatola di biscotti antica e mi sarebbe piaciuto averla in mostra in negozio.
La presi in mano e dalla cantina le urlai: “sai che questa scatola di biscotti che hai sulla mensola starebbe molto bene nel nostro negozio!”
Lei rispose: “se mi fai compagnia a cena stasera te la regalo. Sto facendo gli gnocchi”.
Graziella era veramente brava a cucinare, non era la prima volta che mi fermavo da lei.
Dovevo andare a correre con il solito gruppetto, ma il giorno dopo era domenica e avrei tranquillamente potuto recuperare.
“Graziella, tu mi tenti sempre” dissi io, e lei rispose “ognuno usa le proprie armi”.
Decisi di accettare l’invito.
Stava veramente tirando l’impasto a mano, il sugo era già pronto e l’acqua bolliva.
Lei, faceva un rotolino lungo, lo tagliava a tocchetti e poi finiva lo gnocco schiacciandolo contro il retro di una grattugia da formaggio per dargli una sorta di decorazione.
Un accorgimento usato sia per decorare, ma anche per fare in modo che il sugo si fermasse sulla pasta.
Le diedi una mano in qualche modo, ne preparammo per noi e per la figlia che sarebbe venuta con la famiglia il giorno dopo.
Ina volta pronti lei buttò gli gnocchi nell’acqua bollente e mise la tovaglia in tavola.
Nel frattempo io andai in cantina a prendere il vino.
Aprii la bottiglia e riuscii al pelo a raggiungere il lavandino prima di fare una strage di vino sulle mura, ma la mia maglietta era inzuppata.
Graziella non la smetteva di ridere, io ero a metà tra l’imbarazzato e il divertito.
Graziella andò a prendermi qualcosa per cambiarmi.
Tornò con una maglietta poco maschile.
La indossai comunque, ma erano più le parti scoperte di quelle coperte.
Come al solito le cose preparate da Graziella erano sempre perfette ed i gnocchi erano strepitosi.
Finimmo il primo ed anche la bottiglia.
Siccome la fame non era ancora passata Graziella prese un salame e mi invitò a scendere a prendere un’altra boccia di vino.
“Già che ci sei prendi su anche la scatola dei biscotti”
Così feci.
La appoggiai sulla mensola in casa. Lei la guardò quasi come se le dispiacesse darla via.
Stappai l’altra bottiglia, lei nel frattempo stava tagliando il salame.
“Senti com’è bello duro, tu non ce l’hai mica così” disse ridendo "e a te chi te lo dice?l’hai toccato?” dissi rilanciando. Lei allora si avvicinò posandomi improvvisamente una mano sulla patta dicendo “ eh caro, siamo lontani”.
Quasi imbarazzata disse: ”adesso l’ho toccato”. Non avevo mai pensato a Graziella sessualmente anche se nelle sue battute non mancavano mai le allusioni in tal senso.
“Ma di la verità Graziella che ti tira ancora?” dissi sotto l’effetto dell’alcol.
Non feci in tempo a terminare la frase che lei mi prese una mano e se la portò sulle tette “certo che mi tira ancora, ma le occasioni sono poche, se vuoi favorire io non mi tiro indietro.”
dicendo questo prese anche l’altra mano e se la portò sull’altro seno.
Sentivo i capezzoli indurirsi, cominciai a palpare, lei iniziò a gemere.
Scese verso il basso e aprì la cerniera. La mia verga era dura come la roccia, da sempre mi sarebbe piaciuto scopare una più matura , Graziella era quanto di meglio si potesse trovare a quell’età.
Volevo compiacerla e gli infilai il cazzo in gola.
Lei armeggiava con maestria il mio membro.
Sputava sul glande per lubrificarlo e poi arrivava ad infilarselo in gola completamente.
Sentii la cappella entragli in gola e sentii chiaramente il momento in cui passai l’epiglottide lasciandola senza respiro per alcuni secondi.
Mai mi era capitato che una donna praticasse il deep troath, ma d’altra parte l’esperienza è l’esperienza.
Ci spostammo poi in camera da letto dove la penetrai in diverse posizioni.
Quando stavo per venire lei si mise in ginocchio e la volle tutta in gola. Ingoiò tutto il mio sperma.
“Non ne avrai scopate tante calde come me vero?” disse lei.
“Graziella, sei stata magnifica”
“Sei stata? Bello mio io ho appena cominciato. Non vorrai mica dirmi che tu sei già alla frutta.”
Aprì la scatola dei biscotti ed io rimasi di ghiaccio.
La scatola era piena di aggeggi che nemmeno il sexy shop più rifornito avrebbe potuto esporre tanto.
Estrasse un plug anale che aveva tre diverse palline e mi invitò a lubrificarlo con la crema anale ed infilarglielo.
Spinsi il primo step ed il secondo quasi contemporaneamente, mentre il terzo era più tosto e dovetti infilarglielo con delicatezza. La sentii gemere quando riuscii ad infilarglielo.
Si sedette su di una poltrona in modo che il plug venisse spinto dentro più a fondo e non uscisse.
Allargò le gambe e mi ordinò di mettermi in ginocchio e di leccargliela.
Lo feci, forse a scopare non sarò Rocco, ma con la lingua non sono secondo a nessuno.
Iniziai dal piede a baciarla e leccarla, quando arrivai all’interno coscia lei stava già iniziando ad ansimare.
Quando posai le labbra sulla figa lei iniziò ad andare in estasi. La baciai una decina di volte e poi piano piano presi a leccare le labbra per poi arrivare sul clitoride.
Continuai indurendo la mia immensa lingua e la penetrai con essa, lei si sentì riempita del mio instancabile cazzo segreto. Insistetti per molto tempo e quando sentii che si stava lasciando andare aumentai il ritmo di penetrazione. Sentii i suoi caldi umori invadermi la bocca quando raggiunse l’orgasmo. Urlava inarrestabilmente, tanto che i vicini di casa la potevano sentirla chiaramente.
Nel frattempo il mio cazzo si era indurito come il marmo.
“Ora prendi la frusta” mi ordinò.
Si mise con i piedi sulla poltrona a gambe aperte con il plug ben piantato nel culo.
“Frustami!”
Iniziai delicatamente a frustarla sulle gambe.
“In mezzo, frustami forte in mezzo” lo feci, ma secondo lei usavo poca veemenza.
Estrasse dalla scatola un braccialetto, mi ordinò:”avvicinati”, mise il braccialetto attorno al mio pene, capii immediatamente che si trattava di un cinturino elettrico. Attaccò il comando e disse: "se mi frusti come ti dico io bene, altrimenti ti punisco”
Iniziai a frustarla in mezzo alla figa, dopo alcuni secondi sentii la scossa che pervase il mio membro.”più forte!”la frustai con più foga, ma dopo tre colpi di nuovo la scossa.
Aumentai la potenza, ma anche lei aumentò l’intensità della corrente. “Più forte e più veloce!” Aumentai la velocità e dopo alcuni secondi mi fermai per paura di farle male.
Errore gravissimo, venni devastato dal dolore” più forte, più veloce e guai se ti fermi ancora!”
Aumentai la velocità e la potenza, mi lasciai prendere la mano e le feci male, molto male. Lei godeva, più aumentavo e più godeva.
“Ora penetrami senza togliere il bracciale” le alzai le gambe e la infilai col cazzo duro come il marmo.
Mentre la infilavo lei aumentò la potenza elettrica, capii che di riflesso anche lei la riceveva.
Mano a mano che saliva il godimento lei aumentava la potenza. Era bellissimo, la sentii urlare “vengooooooooo” ed io urlai “anchioooooo”.
Svuotai tutto ciò che mi era rimasto nella figa di Graziella.
Ora guardo la scatola di biscotti svuotata del suo contenuto esposta nel mio negozio e sono orgoglioso della mia conquista.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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